La mia proposta è semplice da enunciare e, forse, anche da attuare dal punto di vista tecnico, ma non da quello culturale, dove si ergono alcune rilevanti barriere, sia a livello sociale che politico ed economico.
Il primo ostacolo risiede nella diffidenza pregiudiziale che la gente solitamente oppone a tutto ciò che è nuovo, ma questo è il problema minore. Infatti, con la stessa facilità con la quale manifestano il loro atavico misoneismo, i cittadini si lasciano convincere se si offre loro uno strumento più pratico (la moneta elettronica), magari accompagnandolo a tangibili benefici economici. Per esempio: per un periodo, si potrebbe far circolare sia il denaro cartaceo che quello elettronico, stabilendo uno sconto di spesa per gli utilizzatori del secondo. Basterebbero pochi mesi per conquistare anche i consumatori più refrattari.
Il secondo ostacolo (forse il maggiore) è quello di convincere i parlamentari e i quadri del mondo imprenditoriale e finanziario, dove, verosimilmente, si trovano i maggiori evasori. E’ quasi impossibile, infatti, pretendere che i politici propongano e votino una legge tesa ad estirpare la collusione, la concussione, la corruzione e tante altre operazioni illecite, che rappresentano una realtà diffusa nel paese e forse costituiscono, in atto o in potenza, direttamente o indirettamente, un’importante fonte di reddito per molti di loro.
Il terzo ostacolo, che è prevedibilmente il più eclatante e aspro, consiste nella controffensiva che verrebbe quasi certamente lanciata da quanti traggono un sostanziale profitto dai traffici illegali. Tuttavia, per quanto dura e feroce dovesse essere la loro reazione, essi avrebbero ben poche probabilità di imporsi se si trovassero a misurarsi col fronte compatto dei politici e del popolo. In realtà, poiché, come abbiamo detto, i politici non mostrano interesse ad eliminare l’evasione, i criminali non hanno motivo di manifestare la loro rabbia.
Perché combattere l’evasione fiscale?
15 anni fa
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