Mentre divampava il dibattito politico sulla Finanziaria 2007, ho scritto una lettera con l’intento di inviarla ad un Quotidiano. Poi mi sono venuti in mente i politici, il cui indirizzo di posta elettronica ho trovato nel sito www.parlamento.it e mi ha colpito l’invogliante invito “Scrivi al tuo deputato”. Se c’è questo invito, ho pensato, vuol dire che i parlamentari sono avvezzi a rispondere. Perché mai, infatti, un cittadino dovrebbe scrivere al suo deputato se poi questi non gli risponde? C’era un’altra ragione, che mi induceva a sperare in una risposta: la conoscenza che il parlamentare percepisce 4.190 euro al mese per curare i rapporti con gli elettori (cfr. Scheda, al cap. 3). Senza contare la semplice questione del formale civismo, del bon ton e della buona creanza, che dovrebbe distinguere i nostri rappresentanti. Si dirà: “ma il deputato non ha il tempo necessario per rispondere a tutti”. In questo caso, potrebbe dare l’incarico a qualcuno della sua segreteria di farlo per lui. Insomma, non ci sono scuse: un parlamentare deve rispondere all’elettore e, se non lo fa, non può essere giustificato.
Nonostante avessi buone ragioni per aspettarmi una risposta, tuttavia, in fondo, non mi fidavo e sentivo che non sarebbe stato semplice indurre un politico a perdere pochi minuti del suo tempo per stare dietro ad un cittadino noioso. Perciò, mentre inizialmente pensavo ad “un” politico (un Padoa Schioppa, un Bersani, un Prodi, un Berlusconi), o ad un ristretto numero di politici, successivamente decidevo di allargare il campione: così avrei avuto maggiori probabilità di ricevere qualche risposta e, nella migliore delle ipotesi, avrei potuto disporre di numerose opinioni qualificate da confrontare e su cui riflettere.
La lettera è stata inviata in due riprese, il 5 e il 10 ottobre, alla Segreteria de La Margherita (perché non trovavo l’indirizzo dell’On. Rutelli) e a 51 Parlamentari, scelti a caso fra i più noti al grande pubblico, indipendentemente dal partito d’appartenenza.
I parlamentari destinatari della mia e-mail:
1. Adornato Ferdinando
2. Alemanno Giovanni
3. Amato Giuliano
4. Baldassarri Mario
5. Berlusconi Silvio
6. Bersani Pier Luigi
7. Bertinotti Fausto
8. Bonino Emma
9. Bordon Willer
10. Boselli Enrico
11. Buttiglione Rocco
12. Calderoli Roberto
13. Capezzone Daniele
14. Casini Pier Ferdinando
15. Castelli Roberto
16. Cesa Lorenzo
17. Ciampi Carlo Azeglio
18. Cicchitto Fabrizio
19. Collino Giovanni
20. Cossutta Armando
21. D’Alema Massimo
22. D’Onofrio Francesco
23. Di Pietro Antonio
24. Diliberto Oliviero
25. Fassino Piero
26. Fini Gianfranco
27. Finocchiaro Anna
28. Fisichella Domenico
29. Gasparri Maurizio
30. Gentiloni Silveri Paolo
31. Giordano Francesco
32. Giovanardi Carlo
33. La Russa Ignazio
34. Letta Enrico
35. Mantovano Alfredo
36. Marini Franco
37. Maroni Roberto
38. Mastella Clemente
39. Matteoli Altero
40. Melandri Giovanna
41. Napolitano Giorgio
42. Pecoraro Scanio Alfonso
43. Prodi Romano
44. Rutelli Francesco
45. Saro Giuseppe
46. Schifani Renato
47. Tabacci Bruno
48. Tremonti Giulio
49. Violante Luciano
50. Visco Vincenzo
51. Volontè Luca
La lettera
Ill.mo Onorevole
Mi permetto di sottoporre alla Sua attenzione e al Suo giudizio questa mia proposta, che potrebbe essere, vantaggiosamente, spesa a livello politico.
Premessa:
Io credo che i lavoratori autonomi italiani (artigiani, commercianti e liberi professionisti) pagherebbero volentieri le tasse se fossero certi che tutti le pagano; non le pagano di buon grado (e quindi evadono) perché non vogliono passare per fessi.
Proposta:
Ma come si fa a far pagare le tasse a tutti? Ho una soluzione semplicissima: SOSTITUIRE LA CARTAMONETA CON DENARO ELETTRONICO.
Vantaggi:
Le conseguenze di questo semplice atto sarebbero tali da comportare un cambiamento radicale e rivoluzionario del nostro modo di vivere: le tasse potrebbero essere versate contestualmente ad ogni transazione e non sarebbe necessario presentare la dichiarazione dei redditi, né elaborare arzigogolati studi di settore o tenere in piedi mastodontici e costosi apparati di controllo.
Inoltre, le imposte si ridurrebbero considerevolmente e i governi non dovrebbero scervellarsi alla ricerca di nuovi sistemi di caccia all'evasore, che, proprio a causa della cartamoneta, non possono funzionare.
Per non parlare di tutte le attività losche (traffico di droga e di armi, prostituzione, criminalità organizzata, ecc.), che subirebbero un vero e proprio terremoto...
Pietro Muni
L’e-mail da me inviata è volutamente dotata di determinate caratteristiche, che riassumo qui di seguito.
• E’ breve (solo poche frasi), per non dare adito al politico di addurre il pretesto di non avere avuto il tempo di leggerla.
• Parte dalla premessa che i cittadini “pagherebbero volentieri le tasse se fossero certi che tutti le pagano” e “non le pagano di buon grado (e quindi evadono) perché non vogliono passare per fessi”. E’ una premessa che ricalca il sentire comune e che, difficilmente, può essere contestata.
• Poi, presupponendo la buona fede del governo nel suo proposito di voler lottare contro l’evasione fiscale, lancia una proposta di tipo tecnico: c’è un modo assai semplice di far pagare le tasse a tutti, quello di “SOSTITUIRE LA CARTAMONETA CON DENARO ELETTRONICO”. La proposta è secca e lapidaria, quasi uno slogan, per evitare che venga fraintesa. Il mio intento è provocatorio e tende a saggiare la reale volontà del parlamentare, una volta messo al corrente che c’è (o ci potrebbe essere) una possibilità di sconfiggere definitivamente l’evasione fiscale.
• Segue un breve cenno ai prevedibili vantaggi. Se messa in atto, la proposta semplificherebbe (e di molto) gli adempimenti burocratici dei contribuenti, rendendo superflua la dichiarazione dei redditi e possibile lo snellimento dell’apparato di controllo fiscale, con conseguente riduzione della spesa pubblica e del carico tributario, senza parlare “di tutte le attività losche (traffico di droga e di armi, prostituzione, criminalità organizzata, ecc.), che subirebbero un vero e proprio terremoto”.
Il perché mi sia venuta in mente questa proposta lo spiegherò più avanti.
Perché combattere l’evasione fiscale?
15 anni fa
Nessun commento:
Posta un commento